Vizzolo – a lui si deve la valorizzazione della chiesa di Santa Maria in Calvenzano
Due anni dalla morte di don Carlo Grammatica a Vizzolo Predabissi.
Sono stati ricordati con la Santa Messa di suffragio e a seguire la presentazione di un progetto artistico che vuole sottolineare il legame fra il primo parroco di Vizzolo nel Novecento e la chiesa di Santa Maria in Calvenzano, attuale parrocchia.
Don Grammatica, nato a Giussano (località in provincia di Monza e Brianza)
fu ordinato nel 1954 e all’Inizio degli anni Sessanta destinato a Melegnano con l’incarico di sacerdote rettore della parrocchia dl Vizzolo Predabissi che all’epoca era quella di San Pietro e Paolo nel centro storico, non Calvenzano.
Nel 1965 Vizzolo riacquistò un’autonomia ecclesiastica da Melegnano che aveva perduto nella notte del tempi, addirittura dalla metà dei Quattrocento Don Carlo rimase ventate anni, fino al 1987 quando venne trasferito a Cernusco sul Naviglio. Negli ultimi anni, ammalato, fece ritorno nella zona melegnanese vivendo presso la Fondazione Castellini di via Cavour.
Nel 2014 assistette all’adesione ufficiale del sito ex monastico di Santa Maria alla Federazione Europea dei siti cluniacensi. Grande fu infatti il suo impegno affinché la chiesa, un patrimonio della fede ricco di arte e di storia, venisse ceduta dall’ospedale Predabissi alla diocesi ambrosiana, per avviare successivamente la riconsegna alla collettività locale. Il complesso percorso si completò nel 1999, con la riconsacrazione da parte del cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini.
Durante il proprio ministero a Vizzolo il primo (e instancabile parroco) diede impulso pastorale e personale a molte iniziative
con il coinvolgimento del laici- la nascita della sezione Avis, l’impulso all’Agesci (Associazione scout cattolici), la creazione di una comunità di famiglie affidatarie e adottanti, l’idea dell’AI.BI., associazione Amici dei bambini. Il suo successore don Giorgio Allevi, parroco oggi, ha voluto scegliere la festività di santa Gianna Beretta Molla, patrona della famiglia, per la funzione di suffragio al primo sacerdote residente – in modo da sottolineare il suo grande amore per i bambini e le famiglie-.
A seguire e stata presentata l’ipotesi di una modalità artistica per “raccontare” don Carlo partendo dal suo profondo legame con il territorio. Si tratta di un gruppo scultoreo proposto dall’artista pavese Antonio De Paoli.
Più che un monumento “a” don Grammatica, sarebbe il racconto di come Calvenzano abbia riacquistato la sua storia grazie a lui: il gruppo sarebbe composto da tre figure di monaci medievali e dall’effige di don Grammatica che si volta verso quei remoti padri fondatori della basilica.
Emanuele Dolcini
fonti: