Nel luogo mistico della predica del Santo agli uccelli. De Paoli ha vinto il concorso internazionale indetto dall’Ordine Francescano
A Cannara la statua di San Francesco e l’altare nella chiesa a cielo aperto realizzati dallo scultore pavese Antonio De Paoli
Un altare e una statua nella “Chiesa a cielo aperto” a Piandarca di Cannara (in provincia di Perugia, a pochi km da Assisi), il luogo mistico della predica agli uccelli di S. Francesco D’Assisi. Li realizzerà lo scultore pavese Antonio De Paoli (classe 1966, formatosi all’Accademia di Brera e autore di numerose opere di portata nazionale e internazionale) che è risultato vincitore di un con-corso internazionale al quale hanno partecipato più di 200 artisti.
Il progetto prese corpo 5 anni fa, forte-mente voluto da una molteplicità di attori: la città di Assisi, il Comune di Cannara, la Diocesi di Assisi e l’Ordine Francescano dell’Umbria. Fu realizzata una grande “Tau” a sancire la nascita di una chiesa a cielo aperto (l’area sacra fu sorvola-ta da Papa Francesco in elicottero nella sua visita ad Assisi di tre anni fa): fu indetto poi un concorso internazionale per dotare questa chiesa di una statua di S. Francesco e di un altare.
“Venerdì 26 giugno”, spiega Antonio De Paoli, “alle ore 11.00 si terrà, al Sacro Convento di Assisi, la presentazione del progetto con l’avvio della raccolta fondi in tutto il mondo. Saranno presenti mons. Domenico Sorrentino Vescovo di Assisi e padre Enzo Fortunato. Successivamente mi metterò al lavoro per la realizzazione dell’altare prenderà forma a Carrara, la statua di S. Francesco in bronzo nel mio studio a Corvino S. Quirico. Le due opere saranno poi trasportate sul posto e si terrà l’inaugurazione ufficiale”.
Nelle foto vediamo il progetto ufficiale di entrambe le opere e lo scultore pavese con il bozzetto della statua in scala minore.
“Piandarca è un luogo suggestivo ed evocativo”, dice De Paoli, “ho pensato quindi a un S. Francesco inedito, sospeso tra terra e cielo in punta di piedi. Le braccia sono aperte in un abbraccio simbolico al Creato e all’estremità della mano destra ha un’allodola mentre un altro uccello sfiora la sua veste. La figura, in bronzo, si muove come in una danza, in estasi completa. L’altare sarà invece un blocco marmoreo monolitico con alcune figure di uccelli in volo “sbozzate” dal blocco stesso. Gli uccelli prendono forma dal “non finito” (un concetto “Michelangiolesco” molto caro a De Paoli) e stanno per sprigionarsi in volo appena sotto il piano dell’altare.
“E’ stato emozionante”, conclude De Paoli, “vincere questo concorso e poter così rappresentare S. Francesco, patrono d’Italia, in un contesto storico così particolare, al termine (ci auguriamo) di una pandemia che ci ha sconvolto. E’ come se la vita ricominciasse con la più alta preghiera al Creato, con il desiderio di rispettare e amare la terra e le sue creature”.
di Matteo Ranzini
Fonti: Il Ticino 19/06/2020