San Francesco di Antonio De Paoli

San Francesco, la statua svelata in Oltrepò

Primo Piano L’opera in anteprima

San Francesco, la statua svelata in Oltrepò.

Lo scultore Antonio De Paoli ha presentato nel suo laboratorio la rappresentazione che sarà collocata nei luoghi del santo a Perugia

CORVINO SAN QUIRICO di Stefano Zanette

«Questa è la statua». Lo scultore pavese Antonio De Paoli ha aperto ieri le porte del suo laboratorio, in un’antica chiesetta nella frazione La Novellina di Corvino San Quirico, per mostrare in anteprima la statua di San Francesco. A giugno sarà collocata nel luogo mistico della predica agli uccelli, a Piandarca, nel comune di Cannara, in provincia di Perugia.

«Siamo finalmente arrivati – conferma lo scultore – alle ultime fasi della realizzazione, dopo il concorso internazionale vinto nel 2017. In mezzo ci sono state un po’ di vicissitudini, compresi gli ultimi due anni di pandemia che hanno rallentato ogni pratica burocratica. Ma alla fine siamo arrivati al traguardo, in un periodo peraltro ancor più significativo e simbolico di quanto potessimo immaginare cinque anni fa. San Francesco è infatti un simbolo di pace e il suo messaggio assume ancor più valore in questo periodo tormentato dalla guerra nella vicina Ucraina».

Ieri sulle colline dell’Oltrepò pavese, dopo un viaggio di oltre 4 ore di auto, è arrivata appositamente per vedere in anteprima l’opera una delegazione del Comitato committente, già tenuto costantemente informato passo dopo passo nel corso delle fasi di realizzazione ma finora a distanza.

L’idea  «E’ in punta dei piedi e con le braccia alzate un collegamento tra terra e cielo»

La statua in realtà non è ancora finita, deve ancora essere trasformata nella versione definitiva in bronzo, come ha spiegato De Paoli agli interessati spettatori: «Sono partito dal blocco di polistirolo ad alta densità, il materiale che io uso per modellare la scultura, che ora è ricoperta di plastilina.

La lavorazione artistica della materia con questa fase è conclusa e l’opera è pronta per i successivi passaggi in fonderia: la trasporterò con un furgone a Verona, dove verrà creato lo stampo in terra refrattaria, la colata in cera che trasforma il negativo dello stampo in positivo e poi la colata del bronzo con la fusione nelle apposite fosse. Ne esce il materiale grezzo che va ancora trattato per l’ultimazione dell’opera».

Le ultime fasi saranno eseguite nei prossimi due mesi per l’inaugurazione non ancora con una data fissata, ma indicativamente nella prima quindicina di giugno. Nell’interpretazione di De Paoli, che aveva colpito i committenti già nel bozzetto che si era aggiudicato il concorso internazionale nel 2017, San Francesco «è in punta di piedi e con le braccia alzate – spiega l’artista – una sorta di collegamento tra la terra e il cielo, in uno slancio mistico, quasi in estasi».

La statua è la prima delle due opere, in due distinti lotti, per i quali Antonio De Paoli si era aggiudicato il duplice concorso: la seconda opera è l’altare di quello che sarà un santuario all’aperto. « Per l’altare – ricorda ancora l’artista – ho usato il concetto michelangiolesco della forma, in questo caso degli uccelli, che fuoriescono dalla materia, non bronzo come la statua ma pietra» I tempi per la seconda opera non sono ancora certi.

«Ci stiamo lavorando – conferma Fabrizio Gareggia, sindaco di Cannara – non sono certo periodi facili per reperire finanziamenti, ma ce la farem. Il progetto Piandarca procede, un passo alla volta, e l’inaugurazione della statua sarà un passo importante, fondamentale nel percorso di valorizzazione che abbiamo avviato e che stiamo proseguendo ».

 

La delegazione umbra entusiasta: «È proprio come ce l’aspettavamo»

CORVINO SAN QUIRICO

Meravigliosa. Dal vivo rende davvero que11’idea di slancio verso il cielo che ci aveva colpiti già nel bozzetto». Ottaviano Turrioni, coordinatore del Comitato Piandarca, resta a lungo ad ammirare la statua di San Francesco presentata dallo scultore Antonio De Paoli.

Storico locale e ministro della fraternità dell’Ordine francescano secolare (Ofs, il Terz’ordine francescano), è arrivato ieri al laboratorio d’arte di De Paoloi insieme al sindaco di Cannara, Fabrizio Gareggia, a Patrizia Sensi, Francesco Raspa e Giuseppe Tranquilli, collaboratori del Progetto Piandarca. Accolti, insieme allo scultore pavese, dal vicesindaco di Corvino San Quirico, Fabio Bruni.

«Colpisce il volto – ammira Turrioni – veramente emozionante. Mistico, in estasi. E’ lo spirito di San Francesco e della predica agli uccelli ». «Il volto – ammette lo scultore – è quello che mi ha impegnato di più. L’ho rifatto più volte, modellando e rimodellando, non ero mai soddisfatto. Ora si, è il risultato che cercavo».

Il comune denominatore nella delegazione arrivata dall’Umbria è l’emozione, intesa. «E’ emozionante – conferma sindaco Gareggia- vedere dal vivo quello che abbiamo visto a distanza nascere e crescere passo dopo passo seguendo le fasi di realizzazione, una vera e propria gestazione, lunga nei tempi burocratici ma appassionante nel percorso e nella conclusione».

«E l’opera che ci aspettavamo di vedere – aggiunge Francesco Raspa – che si inserisce in un progetto ambizioso perché ‘grande’, direi anzi grandioso». «È la valorizzazione – spiega Patrizia Sensi – del luogo dove San Francesco parlò agli uccelli: il sogno è il santuario all’aperto. Con il ‘Sentiero Storico’, quello percorso dal Santo nella primavera del 1221, tutto georeferenziato. Già realizzato un grande Tau naturale, illuminato di notte per tutto il perimetro da una luce soffusa.

 

La prossima sfida

Una creazione anche per Lerici.

Per commemorare il centenario dello scoppio di una polveriera
«Ho vinto un altro concorso». Antonio De Paoli, scultore pavese ormai conosciuto a livello nazionale e internazionale, lo dice con semplicità. Ma anche con l’emozione, non tanto per l’ennesimo successo ottenuto, quanto per la prossima sfida, che lo terrà impegnato fino a settembre.

«Si tratta del concorso che era stato indetto dal comune di Lerici, in Liguria – spiega – per commemorare il centenario, che ricorre il 28 settembre, dello scoppio della polveriera di Falconara nel 1922.” Una tragedia che distrusse il paese di San Terenzio. che fu subito ricostruito, mentre la polveriera esplosa lascio un cratere, che modificò anche il panorama della costa. Ora però quel luogo è stato recuperato, ce un parco naturale, un centro polisportivo».

Per un luogo rinato, De Paoli ha ideato l’opera “La metamorfosi della Fenice”. «Una Fenice – anticipa – che si libra in volo e si trasfigura in un albero di ulivo, simbolo non solo di pace ma anche della rinascita.»

L’artista spiega agli ospiti la genesi dell’opera

24 MARZO 2022 – IL GIORNO

fonti:

albero-fenice

«Il mio albero-fenice, simbolo di vita e pace»

Lo scultore De Paoli ha vinto il concorso per la realizzazione di un’opera che sarà inserita all’interno del parco di Falconara

«Il mio albero-fenice, simbolo di vita e pace»

ILCOLLOQUIO

E’ lo scultore pavese Antonio Luigi De Paoli il vincitore del concorso di idee mirato alla realizzazione della scultura che sarà inserita all’interno del parco di Falconara, nel centenario dello scoppio della polveriera militare che sorgeva sulla collina. Avvenne nella notte del 28 settembre del 1922. Cerano 1.500 tonnellate di esplosivi. Forse fu un fulmine, forse un sabotaggio. L’onda d’urto incenerì gli uliveti, devastò le case, recise oltre 150 vite. Il sindaco Leonardo Paoletti ha voluto onorare la memoria, interpretando il senso della perdita ma anche quello della ripartenza. Perché là dove era tutto bruciato, la natura è riuscita a ritornare.

Fra i dodici artisti selezionati, ha prevalso De Paoli. Scultore, pittore, scenografo teatrale e televisivo. Una personalità eclettica, a suo agio nella scultura monumentale come nell’arte sacra. A Lerici, confida, era stato fin qui solo come turista. «La Liguria è il mio mare–ammette–la amo tutta». II dramma di Falconara lo ha colpito. «Non la conoscevo, e questa è stata una sfida – spiega – perché tutto quanto è nuovo arricchisce. La storia mi affascina, da sempre. E spesso è tragica. Lo sguardo, però, deve saper andare oltre.

ANTONIO LUIGI DE PAOLI SCULTORE PAVES E VINCITORE DEL CONCORSO

«L’arte deve mettere in comunicazione, ed essere leggibile, altrimenti è riservata solo a poche persone»

Mi sono posto fra passato e presente. E mi sono concentrato su come trasmettere positività, fissando la tragedia come punto zero da cui partire». De Paoli ha lavorato su «una geometria di idee e di simbologie».E ha scelto la fenice,«simbolo di morte e rinascita», ed un albero proteso al cielo,
«simbolo della vita,della pace, del creato, che dalla distruzione apre nuovi orizzonti». Il suo progetto «attinge alla mitologia classica ma la lega al presente». È anche – osserva – il senso cristiano della Resurrezione. La scultura sarà in bronzo, con due patine di colore differente, la fenice più rossastra, l’albero con sfumature oro. Il messaggio è «la spinta verso l’alto, la linea ascensionale». Un valore forte, anche come «aspirazione alla pace». Con uno stile «moderno, non levigato, non olografico», ma leggibile a chiunque, perché «l’arte deve mettere in comunicazione, altrimenti è per pochi». Sue opere sono in tante città d’Italia. Aveva vinto il concorso per la famosa Spigolatrice di Sapri. Se non che, ricorda, il progetto «è stato dato privatamente a un concorrente che aveva perso». E ha «la stessa postura del mio progetto». Con una differenza. La contadina è pressoché nuda. Tanto che i glutei al vento, in stile “velina”, hanno irritato .«Del concorso è stata fatta carta straccia – denuncia De Paoli – e la mia proposta è stata tradotta in chiave sexy, senza rispetto per la pagina di storia sottesa alla poesia di Mercantini, sulla spedizione di Pisacane».—

La scultura presentata da Antonio Luigi De Paoli che sarà posizionata a Falconara

di Sondra Coggio

fonte: IL SECOLO XIX mercoledì 9 marzo 2022

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