opera di Antonio De Paoli per il centennario dello Scoppio di Falconara

A breve la fusione in bronzo dell’opera per il centenario dello Scoppio di Falconara

Delegazione lericina ricevuta dallo scultore Antonio De Paoli.

E’ stata presentata ieri mattina al sindaco di Lerici, Leonardo Paoletti, l’opera creata dall’artista Antonio De Paoli per il centenario dello Scoppio di Falconara, tragico avvenimento che il 28 settembre 1922, per via dell’onda d’urto e della pioggia di massi seguiti allo scoppio della Santa Barbara, causò più di cento morti e mille feriti.

Ricevuti nel suo studio d’arte nell’Oltrepò Pavese dallo scultore e dal sindaco di Corvino San Quirico Michele Lanati, la delegazione lericina ha potuto osservare la scultura, denominata ‘Metamorfosi della Fenice’, in una prima versione in polistirolo e modellata nei dettagli con la plastilina.

A breve il passaggio in fonderia a Milano dove verrà realizzato un calco in cera e successivamente la fusione in bronzo.

“Ho cercato la dimensione armonica nella realizzazione dell’opera, volevo che la fenice si librasse dalla terra, dalle radici e che si confondesse con un albero che però non ho voluto identificare con uno in particolare. La proiezione verso il cielo, lo slancio verso l’alto, il dettaglio delle ali e delle foglie vivido e plastico, le radici dell’albero che spaccano con prepotenza il basamento da cui emergono, sono i dettagli su cui ho fatto più ricerca”, spiega Antonio De Paoli, che per la prima volta nel corso della sua carriera artistica non ha rappresentato soggetti umani.

“Abbiamo fatto centro! Un’opera davvero contestualizzata e significativa per testimoniare per sempre quello che il nostro territorio ha sofferto in occasione dello scoppio. Da allora sono passati cento anni, anni in cui la natura e l’umanità sono risorte dalle proprie ceneri per spiccare il volo verso il futuro”, commenta il sindaco Paoletti.

L’opera sarà posizionata nel Parco di Falconara in occasione delle celebrazioni per il centenario del tragico Scoppio.

Fonti: Città della Spezia del 09/06/2022

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in copertina bozzetto grafico dell’opera

San Francesco di Antonio De Paoli

È dell’Oltrepò lo scultore che fa rivivere san Francesco

È dell’Oltrepò lo scultore che fa rivivere san Francesco

Antonio De Paoli, l’artista con lo studio a Novellina di Corvino San Quirico, ha realizzato l’opera che ricorda il dialogo tra il santo e gli uccelli. 800 anni dopo, il 12 giugno, sarà collocata a Piandarca

Nella vita di san Francesco c’è un episodio “tra i più gentili e i più santi e i più significativi che la fede e la poesia degli uomini ricordino” (Vita Nova di San Francesco): quello nel quale predica agli uccelli. Grazie al famoso affresco di Giotto, dipinto tra il 1290 e il 1295 nella Basilica superiore di Assisi, il particolare momento è entrato a far parte dell’immaginario collettivo e della devozione popolare.

San Bonaventura da Bagnoregio, nella sua Leggenda Maggiore, scrive che “avvenne tra Cannara e Bevagna, nel luogo detto Pian dell’Arca” (Fonti Francescane, Padova, 2000). E proprio in quell’occasione si narra che il poverello di Assisi iniziò la sua predicazione nel 1221 (Fioretti, XVI). A distanza di 800 anni, il 12 giugno, la scena si ripeterà e san Francesco tornerà a essere presente in quel luogo, in aperta campagna.

Domenica prossima, infatti, sarà inaugurata una grande statua di san Francesco in bronzo, con “un’anima” tutta oltrepadana.

A idearla e a plasmarla è stato Antonio De Paoli che ha il suo studio immerso tra le colline del1’OItrepo, in frazione Novellina a Corvino San Quirico.

L’artista è uno scultore che ama l’arte e ogni forma di creatività. Dopo la laurea in Scenografia conseguita all’Accademia di Brera e l’esperienza di scenografo in Fininvest, la sua camera ha abbracciato architettura, pittura e scultura che sono diventate per lui un’unica forma d’espressione e nel corso degli anni ha ottenuto numerosi riscontri in un panorama sempre più ampio a livello nazionale.

Suoi capolavori presenti in zona sono le sculture in terracotta per l’eremo di S. Alberto di Butrio, le statue di san Luigi Versiglia e san Luigi Orione per la facciata della chiesa parrocchiale di Lungavilla, il monumento a don Francesco Remotti a Casalnoceto all’ingresso del Centro “Paolo VI” e, ancora, i monumenti dedicati alla memoria del vigile del fuoco vogherese Davide Achilli e a Giovanni Parisi, il pugile tragicamente scomparso.

La statua di san Francesco trova la sua origine nel Protocollo d’intesa sottoscritto nel 2015 tra la città di Assisi, il Comune di Cannara, la Dio-cesi di Assisi e l’Ordine francescano secolare dell’Umbria, con la paternità morale del Sacro convento di Assisi.

Il progetto in questi anni ha portato alla realizzazione della pista ciclabile per collegare la Basilica di Assisi a Piandarca e di un grande “tau” realizzato attraverso un artistico baglio della vegetazione, ammirato da Papa Francesco mentre arrivava in elicottero nei luoghi francescani.

L’ultimo tassello è la scultura con basamento da porre proprio nel luogo esatto dove il santo predicò.

Per scegliere l’esecutore nel 2017 è stato bandito un concorso internazionale al quale hanno parteipato più di 40 artisti da tutto il mondo, con una commissione formata da rappresentanti del Sacro convento di Assisi, dell’Università e dell’Accademia delle belle arti di Perugia, del Comune e della Diocesi di Assisi e anche dell’Ordine francescano secolare.

Con parere unanime a vincere è stata l’idea dello scultore oltrepadano che prevedeva la statua in bronzo e l’altare in marmo. Entrambi non hanno basamenti ma poggiano su plinti realizzati sotto terra, per dare l’impressione di essere collocati direttamente sul terreno.

De Paoli ha spiegato che la figura l’ha immaginata come una sorta di collegamento tra la terra e il cielo, quasi in punta di piedi e con le braccia alzate, mentre per l’altare ha usato il concetto michelangiolesco della forma che fuoriesce dalla materia.

Il santo si presenta esile e con le braccia tese verso l’alto quasi ad accompagnare il volo di due allodole.

«L’intento — afferma — è rappresentare il momento della vita di Francesco in completa estasi nei confronti del creato e di Dio, dove anche le creature più piccole diventano un mezzo per comunicare con l’Assoluto e diffondere simbolicamente il messaggio evangelico nel mondo».

La “leggerezza” del movimento della statua l’ha contrapposta all’altare concepito come un monolite marmoreo dove altre figure abbozzate di uccelli sembrano liberarsi dalla materia.

Per realizzare il manufatto nel suo studio a Corvino, De Paoli è partito dal blocco di polistirolo ad alta densità, per modellare la scultura, poi ricoperta di plastilina.

L’opera ha subito i vari successivi passaggi in fonderia, a Verona, dove è stato creato lo stampo in terra refrattaria, la colata in cera che trasforma il negativo dello stampo in positivo e poi la colata del bronzo con la fusione nelle apposite fosse. Quindi è seguita la fase di ultimazione.

Ora tutto è pronto e san Francesco è giunto nella sua destinazione per ricordare a quanti passeranno di là il legame profondo tra le terra e il cielo.

De Paola è orgoglioso di essere riuscito a realizzare il santo patrono d’Italia «una delle figure più vicine all’esempio di Gesù», proprio nel contesto storico della pandemia che non solo ha rallentato i lavori, ma ha anche sconvolto le esistenze.

«Ora — afferma lo scultore — è come se la vita ricominciasse con la più alta preghiera a Cristo, con il desiderio di rispettare e amare la terra e le sue creature».

Domenica prossima, alle ore 17.30, dalla piazza del comune di Cannara partirà la processione verso la località di Piandarca e dopo gli interventi del sindaco del paese, di quello di Assisi, del presidente della Regione Umbria, del ministro generale dell’Ordine Francescano Secolare e dei rappresentanti della Diocesi e del Sacro Convento di Assisi, Antonio De Paoli presenterà la statua che sarà benedetta, prima della celebrazione della Santa Messa.

Di Daniela Catalano

Fonti: Il Popolo del 9/06/2022

S.Francesco di Antonio De Paoli

Il “S.Francesco” dell’artista pavese De Paoli a Piandarca

A giugno la posa dell’opera d’arte nell’area dove il Santo predicò agli uccelli

Il “S.Francesco” dell’artista pavese De Paoli a Piandarca

Entrare nel laboratorio alla frazione La Novellina di Corvino San Quirico e scoprire l’estasi. Quella di San Francesco, scolpita dallo scultore pavese Antonio De Paoli. Si avvicina molto alla sindrome di Stendhal la sensazione di rapimento di fronte a questa figura che abbraccia il creato, in uno slancio tra terra e cielo.

Mercoledì 23 marzo una delegazione umbra ha visitato il ‘quartier generale’ dell’artista De Paoli in vista del prossimo 12 giugno, data in cui la statua, fusa in bronzo, verrà posta a Piandarca di Cannara, a suggellare la vittoria di De Paoli nel concorso internazionale di cui parliamo nel box sottostante.

De Paoli ha mostrato l’opera ancora in divenire al sindaco di Cannara Fabrizio Gareggia, al coordinatore del Comitato committente Ottaviano Turrioni, ai collaboratori del ‘progetto Piandarca’ Patrizia Sensi, Francesco Raspa e Giuseppe Tranquilli ed anche al vicesindaco di Corvino San Quirico Fabio Bruni.

“Rispetto all’iconografia classica di S. Francesco” spiega Antonio De Paoli, “quest’opera è ‘sospesa’ in punta di piedi e sembra stia per prendere il volo insieme agli uccelli. Francesco è invaso dalla luce di Dio, ho lavorato parecchio sul volto rimodellandolo di continuo perché volevo tratti fisiognomici non ben definiti. La veste è molto materica, ma orientata a diventare puro spirito: l’ascensionalità era il mio obiettivo primario. Francesco, dunque, non ha le mani giunte, è uomo che ha un contatto privilegiato con Dio”.

L’opera è davvero ‘vibrante’ ed ha coinvolto quasi ‘visceralmente’ De Paoli nel processo creativo. “E’ stata una realizzazione durata più di due mesi e mi ha coinvolto emotivamente e spiritualmente più di qualsiasi altra mia opera. Tanto che fatico a separarmi dalla statua ora che deve partire per la fonderia”.

Alta 2,40 metri, scolpita da un blocco unico di polistirolo ad alta densità, rivestita con plastilina diventerà bron

zo dopo il processo di fusione a cera persa (in un laboratorio di Verona, dove verrà realizzato uno stampo con terra refrattaria, una colata in cera e una successiva colata in bronzo).

S.Francesco sarà installato su un perno interrato, ma comunque rimarrà elevato per mantenere il giusto distacco da terra. In un momento così drammatico per le vicende internazionali l’armonia e il messaggio di pace che scaturiscono da questa opera ci spingono a pensare al bello e all’immortale messaggio di pace dell’arte.

Complimenti al maestro De Paoli. Con la sua vittoria al concorso e con il legame tessuto con la comunità di Cannara ha contribuito a creare un gemellaggio tra il nostro territorio e la terra del Santo di Assisi.

Lo scultore pavese Antonio De

Paoli accanto alla sua realizzazione nel laboratorio di Corvino San Quirico

L’opera sarà collocata accanto al grande ʻTau’

L’ “Estasi di S.Francesco” dello scultore pavese Antonio De Paoli ha una genesi lontana. Nel 2017 De Paoli ha vinto il concorso internazionale (al quale hanno partecipato circa 200 artisti) istituito dalla parrocchia di Cannara e sostenuto dall’Ordine Francescano. Dopo anni tormentati e ritardi dovuti alla difficoltà di reperire finanziamenti e, ovviamente, alla pandemia, ora è tutto pronto per l’installazione.

L’opera verrà collocata nel luogo mistico della predicazione agli uccelli di S.Francesco, Piandarca di Cannara. Piandarca custodisce da secoli il messaggio francescano di armonia con il Creato. Per ricordare l’evento è stato realizzato un grande Tau naturale (nella foto), illuminato di notte per tutto il perimetro da luci speciali a led. S. Francesco rappresenta un ulteriore tassello nella straordinaria produzione di De Paoli che ha vinto decine di concorsi.

Sono suoi il monumento a Voghera in ricordo del pugile Giovanni Parisi, il monumento della nuova caserma dei Vigili del fuoco di Lodi, quello davanti alla sede della Guardia Costiera di Livorno, oltre a numerose opere sacre ed anche alcuni port

ali di chiese (come ad esempio quella di Casorate Primo).

di Matteo Ranzini

Fonti: IL TICINO 1 APRILE 2022

San Francesco di Antonio De Paoli

San Francesco, la statua svelata in Oltrepò

Primo Piano L’opera in anteprima

San Francesco, la statua svelata in Oltrepò.

Lo scultore Antonio De Paoli ha presentato nel suo laboratorio la rappresentazione che sarà collocata nei luoghi del santo a Perugia

CORVINO SAN QUIRICO di Stefano Zanette

«Questa è la statua». Lo scultore pavese Antonio De Paoli ha aperto ieri le porte del suo laboratorio, in un’antica chiesetta nella frazione La Novellina di Corvino San Quirico, per mostrare in anteprima la statua di San Francesco. A giugno sarà collocata nel luogo mistico della predica agli uccelli, a Piandarca, nel comune di Cannara, in provincia di Perugia.

«Siamo finalmente arrivati – conferma lo scultore – alle ultime fasi della realizzazione, dopo il concorso internazionale vinto nel 2017. In mezzo ci sono state un po’ di vicissitudini, compresi gli ultimi due anni di pandemia che hanno rallentato ogni pratica burocratica. Ma alla fine siamo arrivati al traguardo, in un periodo peraltro ancor più significativo e simbolico di quanto potessimo immaginare cinque anni fa. San Francesco è infatti un simbolo di pace e il suo messaggio assume ancor più valore in questo periodo tormentato dalla guerra nella vicina Ucraina».

Ieri sulle colline dell’Oltrepò pavese, dopo un viaggio di oltre 4 ore di auto, è arrivata appositamente per vedere in anteprima l’opera una delegazione del Comitato committente, già tenuto costantemente informato passo dopo passo nel corso delle fasi di realizzazione ma finora a distanza.

L’idea  «E’ in punta dei piedi e con le braccia alzate un collegamento tra terra e cielo»

La statua in realtà non è ancora finita, deve ancora essere trasformata nella versione definitiva in bronzo, come ha spiegato De Paoli agli interessati spettatori: «Sono partito dal blocco di polistirolo ad alta densità, il materiale che io uso per modellare la scultura, che ora è ricoperta di plastilina.

La lavorazione artistica della materia con questa fase è conclusa e l’opera è pronta per i successivi passaggi in fonderia: la trasporterò con un furgone a Verona, dove verrà creato lo stampo in terra refrattaria, la colata in cera che trasforma il negativo dello stampo in positivo e poi la colata del bronzo con la fusione nelle apposite fosse. Ne esce il materiale grezzo che va ancora trattato per l’ultimazione dell’opera».

Le ultime fasi saranno eseguite nei prossimi due mesi per l’inaugurazione non ancora con una data fissata, ma indicativamente nella prima quindicina di giugno. Nell’interpretazione di De Paoli, che aveva colpito i committenti già nel bozzetto che si era aggiudicato il concorso internazionale nel 2017, San Francesco «è in punta di piedi e con le braccia alzate – spiega l’artista – una sorta di collegamento tra la terra e il cielo, in uno slancio mistico, quasi in estasi».

La statua è la prima delle due opere, in due distinti lotti, per i quali Antonio De Paoli si era aggiudicato il duplice concorso: la seconda opera è l’altare di quello che sarà un santuario all’aperto. « Per l’altare – ricorda ancora l’artista – ho usato il concetto michelangiolesco della forma, in questo caso degli uccelli, che fuoriescono dalla materia, non bronzo come la statua ma pietra» I tempi per la seconda opera non sono ancora certi.

«Ci stiamo lavorando – conferma Fabrizio Gareggia, sindaco di Cannara – non sono certo periodi facili per reperire finanziamenti, ma ce la farem. Il progetto Piandarca procede, un passo alla volta, e l’inaugurazione della statua sarà un passo importante, fondamentale nel percorso di valorizzazione che abbiamo avviato e che stiamo proseguendo ».

 

La delegazione umbra entusiasta: «È proprio come ce l’aspettavamo»

CORVINO SAN QUIRICO

Meravigliosa. Dal vivo rende davvero que11’idea di slancio verso il cielo che ci aveva colpiti già nel bozzetto». Ottaviano Turrioni, coordinatore del Comitato Piandarca, resta a lungo ad ammirare la statua di San Francesco presentata dallo scultore Antonio De Paoli.

Storico locale e ministro della fraternità dell’Ordine francescano secolare (Ofs, il Terz’ordine francescano), è arrivato ieri al laboratorio d’arte di De Paoloi insieme al sindaco di Cannara, Fabrizio Gareggia, a Patrizia Sensi, Francesco Raspa e Giuseppe Tranquilli, collaboratori del Progetto Piandarca. Accolti, insieme allo scultore pavese, dal vicesindaco di Corvino San Quirico, Fabio Bruni.

«Colpisce il volto – ammira Turrioni – veramente emozionante. Mistico, in estasi. E’ lo spirito di San Francesco e della predica agli uccelli ». «Il volto – ammette lo scultore – è quello che mi ha impegnato di più. L’ho rifatto più volte, modellando e rimodellando, non ero mai soddisfatto. Ora si, è il risultato che cercavo».

Il comune denominatore nella delegazione arrivata dall’Umbria è l’emozione, intesa. «E’ emozionante – conferma sindaco Gareggia- vedere dal vivo quello che abbiamo visto a distanza nascere e crescere passo dopo passo seguendo le fasi di realizzazione, una vera e propria gestazione, lunga nei tempi burocratici ma appassionante nel percorso e nella conclusione».

«E l’opera che ci aspettavamo di vedere – aggiunge Francesco Raspa – che si inserisce in un progetto ambizioso perché ‘grande’, direi anzi grandioso». «È la valorizzazione – spiega Patrizia Sensi – del luogo dove San Francesco parlò agli uccelli: il sogno è il santuario all’aperto. Con il ‘Sentiero Storico’, quello percorso dal Santo nella primavera del 1221, tutto georeferenziato. Già realizzato un grande Tau naturale, illuminato di notte per tutto il perimetro da una luce soffusa.

 

La prossima sfida

Una creazione anche per Lerici.

Per commemorare il centenario dello scoppio di una polveriera
«Ho vinto un altro concorso». Antonio De Paoli, scultore pavese ormai conosciuto a livello nazionale e internazionale, lo dice con semplicità. Ma anche con l’emozione, non tanto per l’ennesimo successo ottenuto, quanto per la prossima sfida, che lo terrà impegnato fino a settembre.

«Si tratta del concorso che era stato indetto dal comune di Lerici, in Liguria – spiega – per commemorare il centenario, che ricorre il 28 settembre, dello scoppio della polveriera di Falconara nel 1922.” Una tragedia che distrusse il paese di San Terenzio. che fu subito ricostruito, mentre la polveriera esplosa lascio un cratere, che modificò anche il panorama della costa. Ora però quel luogo è stato recuperato, ce un parco naturale, un centro polisportivo».

Per un luogo rinato, De Paoli ha ideato l’opera “La metamorfosi della Fenice”. «Una Fenice – anticipa – che si libra in volo e si trasfigura in un albero di ulivo, simbolo non solo di pace ma anche della rinascita.»

L’artista spiega agli ospiti la genesi dell’opera

24 MARZO 2022 – IL GIORNO

fonti:

albero-fenice

«Il mio albero-fenice, simbolo di vita e pace»

Lo scultore De Paoli ha vinto il concorso per la realizzazione di un’opera che sarà inserita all’interno del parco di Falconara

«Il mio albero-fenice, simbolo di vita e pace»

ILCOLLOQUIO

E’ lo scultore pavese Antonio Luigi De Paoli il vincitore del concorso di idee mirato alla realizzazione della scultura che sarà inserita all’interno del parco di Falconara, nel centenario dello scoppio della polveriera militare che sorgeva sulla collina. Avvenne nella notte del 28 settembre del 1922. Cerano 1.500 tonnellate di esplosivi. Forse fu un fulmine, forse un sabotaggio. L’onda d’urto incenerì gli uliveti, devastò le case, recise oltre 150 vite. Il sindaco Leonardo Paoletti ha voluto onorare la memoria, interpretando il senso della perdita ma anche quello della ripartenza. Perché là dove era tutto bruciato, la natura è riuscita a ritornare.

Fra i dodici artisti selezionati, ha prevalso De Paoli. Scultore, pittore, scenografo teatrale e televisivo. Una personalità eclettica, a suo agio nella scultura monumentale come nell’arte sacra. A Lerici, confida, era stato fin qui solo come turista. «La Liguria è il mio mare–ammette–la amo tutta». II dramma di Falconara lo ha colpito. «Non la conoscevo, e questa è stata una sfida – spiega – perché tutto quanto è nuovo arricchisce. La storia mi affascina, da sempre. E spesso è tragica. Lo sguardo, però, deve saper andare oltre.

ANTONIO LUIGI DE PAOLI SCULTORE PAVES E VINCITORE DEL CONCORSO

«L’arte deve mettere in comunicazione, ed essere leggibile, altrimenti è riservata solo a poche persone»

Mi sono posto fra passato e presente. E mi sono concentrato su come trasmettere positività, fissando la tragedia come punto zero da cui partire». De Paoli ha lavorato su «una geometria di idee e di simbologie».E ha scelto la fenice,«simbolo di morte e rinascita», ed un albero proteso al cielo,
«simbolo della vita,della pace, del creato, che dalla distruzione apre nuovi orizzonti». Il suo progetto «attinge alla mitologia classica ma la lega al presente». È anche – osserva – il senso cristiano della Resurrezione. La scultura sarà in bronzo, con due patine di colore differente, la fenice più rossastra, l’albero con sfumature oro. Il messaggio è «la spinta verso l’alto, la linea ascensionale». Un valore forte, anche come «aspirazione alla pace». Con uno stile «moderno, non levigato, non olografico», ma leggibile a chiunque, perché «l’arte deve mettere in comunicazione, altrimenti è per pochi». Sue opere sono in tante città d’Italia. Aveva vinto il concorso per la famosa Spigolatrice di Sapri. Se non che, ricorda, il progetto «è stato dato privatamente a un concorrente che aveva perso». E ha «la stessa postura del mio progetto». Con una differenza. La contadina è pressoché nuda. Tanto che i glutei al vento, in stile “velina”, hanno irritato .«Del concorso è stata fatta carta straccia – denuncia De Paoli – e la mia proposta è stata tradotta in chiave sexy, senza rispetto per la pagina di storia sottesa alla poesia di Mercantini, sulla spedizione di Pisacane».—

La scultura presentata da Antonio Luigi De Paoli che sarà posizionata a Falconara

di Sondra Coggio

fonte: IL SECOLO XIX mercoledì 9 marzo 2022

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La voce su piandarca

Conferito l’incarico per la realizzazione della statua di san Francesco a Piandarca

Piandarca – Conferito l’incarico per la realizzazione della statua di san Francesco

La parrocchia Santi Matteo Apostolo e Giovanni Battista di Cannara e il Comitato per la Tutela e la Valorizzazione di Piandarca esprimono vivo apprezzamento per il conferimento dell’incarico all’artista pavese Antonio De Paoli per la realizzazione di una statua di San Francesco intento a contemplare il Creato, per la realizzazione del santuario all’aperto dedicato alla Predica agli uccelli di San Francesco. 

Considerata la complessità dell’opera in bronzo, occorrerà attendere sino a maggio 2022 perché la statua esca dalle fonderie di Pavia per poi essere collocata a Piandarca. “Tra non molto – dicono i referenti della Parrocchia e del Comitato – potremo finalmente vedere la Statua nel luogo ove Francesco in quel giorno della primavera del 1221 pronunciò ‘Fratelli miei uccelli…’, l’incipit di una delle più conosciute pagine di spiritualità francescana che geni universali quali Giotto, Benozzo Gozzoli, Franz Listz hanno poi immortalato nelle loro opere”. Le fasi di progettazione della statua, i vari step di lavorazione, sino alla fusione finale verranno documentati attraverso i social del progetto (FB e IG con titolo e l’hashtag #francescoapiandarca).

La somma raccolta per la statua e per la realizzazione dell’altare

La Parrocchia e il Comitato ringraziano “di tutto cuore i tantissimi donatori che da tutto il mondo hanno voluto manifestare la propria vicinanza al progetto, sia coloro che hanno contribuito con piccole somme, sia coloro che sono stati più generosi”. Attualmente sono stati raccolti circa 34.000 euro che in parte andranno a coprire i costi di realizzazione e posa in opera della statua e in parte serviranno come contributo iniziale per l’altare in pietra, sempre a cura dell’artista De Paoli, che andrà a completare l’area, dotata già di un Tau di grandi dimensioni, visibile anche di notte con una illuminazione che ne esalta lo splendore. L’altare (foto) concepito come un monolite marmoreo dove altre figure abbozzate di uccelli sembrano liberarsi dalla materia, consentirebbe di consacrare il luogo, permettendo di completare il santuario.

Le dichiarazioni

Fabrizio Gareggia – Sindaco di Cannara

Sta per avverarsi un progetto che l’Amministrazione comunale ha sostenuto e contribuito ad elaborare fin dal suo nascere, da quando nel 2014 un apposito Comitato coinvolse decine di migliaia di persone nella partecipazione al concorso del Fai-Vota il tuo luogo del cuore – a sostegno della valorizzazione di Piandarca, luogo della Predica di San Francesco agli uccelli. L’ottimo risultato ottenuto ci ha permesso anzitutto la visibilità nazionale di un sito che per troppi secoli è stato avvolto dal silenzio, pur essendo stato lo scenario di uno degli episodi più significativi e universalmente conosciuti della vita del Santo.

Un progetto in collaborazione con il Fai

In secondo luogo è stato possibile, d’intesa con il Fai, elaborare un progetto di valorizzazione di quest’area naturalistica, carica di storia e di grande stimolo alla meditazione, che ha per titolo: “Dal Bosco di San Francesco a Piandarca e il sentiero della Predica agli uccelli”, progetto che sta per diventare realtà e comprende tra l’altro un percorso pedo-ciclabile di collegamento tra la Basilica Superiore di S. Francesco per giungere poi all’area meditativa dove è stato realizzato un grande TAU in terra battuta, che può essere illuminato di notte, grazie al programma “Giubileo della luce” finanziato dal ministero dell’Ambiente.

La statua in bronzo del Santo

Ma il progetto che contribuirà a rendere maggiormente visibile e tangibile l’unicità del luogo è senza dubbio il “Santuario all’aperto” con la statua in bronzo del Santo che l’artista Antonio De Paoli ha mirabilmente interpretato in modo originale nel suo bozzetto che presenta il santo il quale sembra elevarsi al cielo in punta di piedi e con le braccia alzate, a simboleggiare l’unione della terra con il cielo, degli esseri viventi con il Creatore. I contributi per la realizzazione della statua sono venuti non solo dai nostri concittadini, ma da persone dell’Italia e dell’Europa affascinate dall’idea di rendere un concreto omaggio ad un santo e a un episodio straordinari nella storia e nella religiosità di tutti i tempi. L’amministrazione comunale è attiva nel sostenere questo progetto che in una seconda fase porterà alla realizzazione di un altare in pietra scolpita e al posizionamento di panche in materiale non degradabile: e allora Piandarca diventerà un luogo ideale per chi ama la natura, il silenzio e la meditazione.

Mons. Domenico Sorrentino – Vescovo di Assisi

E’ con grande gioia che accolgo la notizia del prossimo posizionamento della statua di San Francesco che predica agli uccelli a Piandarca. Questa area è ricca di significato; è un santuario a cielo aperto che vogliamo continuare a valorizzare perché simbolo di quella conversione ecologica ispirata da San Francesco nel Cantico delle Creature e ribadita dal Santo Padre nell’enciclica Laudato Sì”.

Fra Marco Moroni OFMConv – Custode del Sacro Convento di Assisi

“Per coltivare la memoria sono necessari segni visibili ed evocativi, rimandi affettivi ed emotivi. La statua di san Francesco che predica agli uccelli che verrà posta nel luogo dove per secoli se ne è coltivato il ricordo è uno di questi segni, per il quale mi rallegro. Sarà un altro modo, efficace e suggestivo, per realizzare l’invito di Gesù: ‘proclamate il Vangelo a ogni creatura’ (Mc 16,15)”. 

Ivana Stella – Ministro regionale Ofs Umbria

“Come ministro della Fraternità regionale dell’Ordine francescano secolare dell’Umbria che ha la propria Sede proprio nella Città di Cannara ed in particolare nell’edificio dove è custodito il Sacro Tugurio, un luogo frequentato e vissuto dal serafico padre san Francesco, esprimo tutta la mia gratitudine a quanti hanno voluto contribuire alla realizzazione della Statua di San Francescoelemento che è parte importante del progetto di valorizzazione del Sito di Piandarca, dove, come riportato al Capitolo XVI dei Fioretti: FF 1846, San Francesco predicò e dette la benedizione ad una moltitudine di uccelli. Per far sì che il mondo riscopra il primato dei valori spirituali è importante anche la custodia e la cura dei luoghi sacri e la salvaguardia della loro bellezza. Piandarca è uno di questi luoghi e la realizzazione di questo progetto mira proprio a valorizzare la sua insita bellezza ed armonia”.

Don Maurizio Saba – Parroco di Cannara

Piandarca, un luogo unico e suggestivo, ai piedi di Assisi e in territorio di Cannara. Qui è situato il luogo, ricordato nei Fioretti, dove San Francesco predicò agli uccelli. Da sempre la comunità cristiana di Cannara vi ha visto una fonte di ispirazione per la sua vita cristiana e la devozione popolare ne ha conservato un devoto ricordo. Oggi, grazie ad una rinnovata sensibilità ecologica, generata dalla enciclica di Papa Francesco Laudato Si” e, alla determinazione dell’uscente parroco di Cannara, don Francesco Fongo, l’antico sito viene valorizzato ulteriormente. La posa di una statua in bronzo, dell’artista De Paoli, che rappresenta il Serafico Santo di Assisi nell’atto di predicare agli uccelli, è un primo passo, che sarà presto seguito da altri, per fare di Piandarca un Santuario a cielo aperto”.

La raccolta fondi continua

Nel ringraziare i benefattori il Comitato ricorda che continua la raccolta fondi attraverso: bonifico bancario (IT 38 G030 6909 6061 0000 0170 130 – BIC: BCITITMM),  Causale: Donazione per realizzazione Santuario all’Aperto a Piandarca, dedicato a San Francesco. Si ricorda che le donazioni potranno essere di qualsiasi cifra e verrà costituito un apposito albo a imperitura memoria di quanti avranno contribuito al progetto. Il Libro Mastro dei donatori verrà custodito nella oarrocchia di Cannara in modalità consultabile, allocato accanto al tugurio da cui Francesco diede inizio al Terzo Ordine Francescano, oggi Ordine Francescano Secolare (OFS). Per i donatori più generosi, ovvero per cifre sopra i 1.000,00 euro verrà costruita accanto al santuario una colonna in acciaio corten, nella quale saranno impressi per sempre i nominativi di aziende, associazioni e cittadini che avranno reso possibile il sogno.

fonti: La Voce del 05/01/22

San Francesco d'Assisi

De Paoli: «Il mio San Francesco creato per il santuario all’aperto»

Cultura e spettacoli
IL PROGETTO

De Paoli: «Il mio San Francesco creato per il santuario all’aperto»

La scultura dell’artista pavese ha vinto un concorso internazionale. Sarà collocata a Cannara, vicino ad Assisi, dove il santo predicava agli uccelli.

San Francesco in estasi, pronto a spiccare il volo, mentre un’allodola si posa sulla mano destra. Porta la firma di Antonio De Paoli la scultura in bronzo che ha vinto un concorso internazionale (200 gli artisti che hanno partecipato da tutto il mondo) per creare a Piandarca di Cannara un santuario all’aperto.

Nel luogo, a pochi chilometri da Assisi , che fu teatro dell’episodio più poetico della vita di San Francesco d’Assisi, l’artista pavese collocherà due opere: una scultura e un altare in marmo.

Linciato nel 2017, assecondando il sogno dell’allora parroco don Francesco Fongo, il concorso di idee era stato subito sostenuto dalla Città di Assisi con la sua Diocesi, dal Comune di Cannara e dall’Ordine Francescano dell’Umbria. Mancano però i fondi necessari che ora, dopo due anni segnati dal Covid, sono stati trovati.

Al lavoro  nell’atelier in Oltrepo

De Paoli, 55 anni, artista pavese noto ben oltre i confini della provincia, è già al lavoro per passare dal bozzetto in bronzo alla scultura che sarà alta due metri.
L’estasi di San Francesco sarà forgiata nel suo studio-atelier di Corvino San Quirico, mentre per l’altare (che rappresenta la seconda fase del progetto) verrà impiegato il marmo di Carrara.
«Inizierò a lavorarci già a fine dicembre e sarò pronto consegnarla entro febbraio. Per arrivare all’inaugurazione tra maggio e giugno del 2022» anticipa lo scultore pavese.

»E un grande privilegio poter onorare una figura come quella di Francesco, un santo per i cattolici, ma un simbolo per tutti i credenti, di ogni religione – dice De Paoli – Una figura trasversale che ha toccato temi universali come l’ambiente, la natura, il rispetto del creato.»

L’opera sarà collocata in un luogo di grande suggestione dove la tradizione vuole che Francesco predicasse agli uccelli. Uno degli episodi più celebri della vita del santo, raffigurata anche da Giotto.
Una piccola frazione, immersa nelle campagna di Cannara e, in lontananza, la vista di Assisi. In quell’atea negli scorsi anni è stata realizzata una grande aiuola a forma di Tau, grande 80 metri, che di notte viene illuminata dai led. E’ la prima realizzazione del progetto più ampio di un santuario a cielo aperto che incrocia, proprio in quel tratto, anche la greenway che porta a Spoleto.

IL BRONZO PER LE SUE OPERE

Al mio Francesco è molto rivisitato rispetto all’iconografia, molto materico – dice De Paoli – L’ho immaginato che si eleva al cielo, in punta di piedi, quasi stesse per danzare. E infatti non sarà collocato su un tradizionale basamento ma su un perno interrato per dare l’impressione che stia davvero per sollevarsi da terra».
Una grande figura in bronzo per collegare simbolicamente cielo e terra.

E in bronzo sono anche le porte che De Paoli ha realizzato per la chiesa di San Vittore a Casorate Primo e per la cappella di Montepico a Fortunago. Ma dal suo studio, sulle colline, non sono usciti solo lavori di arte sacra.
Suo è il monumento dedicato a Giovanni Flash Parsi, campione mondiale Wbo, che svetta nel giardino di ponte alla palestra dell’Asd Boxe Voghera in via Kennedy. E pure quello dedicato ai vigili del fuoco di Lodi, così come l’opera per il Corpo nazionale vigili del fuoco di Lodi, come l’opera per il Corpo nazionale della Guardia Costiera a Livorno.—

di M. GRAZIA PICCALUGA

fonti: La Provincia Pavese del 24/12/2021

 

Lo scultore De Paoli «La Spigolatrice di Sapri è copiata dal mio bozzetto»

Lo scultore De Paoli «La Spigolatrice di Sapri è copiata dal mio bozzetto»

L’artista pavese vinse il concorso nel 2015: sorpresa e amarezza nel vedere la statua inaugurata in Campania

Lo scandalo non è il lato vista mare della Spigolatrice di Sapri, ma lo scempio che le autorità hanno fatto del concorso pubblico indetto con il patrocinio del Comune per realizzare la statua, un’operazione disonorevole per l’arte e la storia».

Sono le parole dello scultore pavese Antonio De Paoli,  55 anni, che di quel concorso fu il vincitore. Laureato all’Accademia delle Belle Arti dí Brera, insegnate al liceo artistico di Voghera. Antonio De Paoli, tra la tante opere, ha realizzato la stele bronzea della Torre Civica in piazza Duomo a Pavia, tre porte in bronzo a Casorate, i monumenti al pugile Giovanni Parisi a Voghera e Davide Achilli, il vigile del fuoco morto in servizio a Romagnese, il monumento dei vigili del fuoco a Lodi. Adesso sta lavorando alla statua di San Francesco che parla agli uccelli di Cannara (Perugia).

Cresciuto a “pane e Risorgi-mento”, il papà Gianfranco è stato professore di storia, Antonio De Paoli partecipò nel 2014 al concorso della nuova statua della spigolatrice di Sapri. Voce narrante della poesia di Luigi Mercantini (“Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti!”), dedicata alla spedizione del mazziniano Carlo Pisacane del giugno 1857 e fallita nel sangue.

Mandò il bozzetto di resina in scala di uno a dieci e nel gennaio 2015 vinse il concorso indetto dall’associazione Spigolatrice di Sapri, con il patrocinio del Comune. L’8 marzo dello stesso anno De Paoli fu invitato a Sapri dove fu premiato per il miglior bozzetto e presentò il progetto della statua con i promotori del concorso e le autorità locali. Poi calò il silenzio, una telefonata del 2019 (“ci sono í soldi”) non ebbe seguito.

«L’esito insindacabile di una gara pubblica è diventato carta straccia»

Lo scorso 25 settembre la sorpresa: il tour elettorale di Giuseppe Conte tocca Sapri e sul lungomare viene inaugurata la statua della Spigolatrice, nella versione dello scultore lucano Emanuele Stifano: abiti trasparenti e “lato b” ben in vista.

Fioccano le polemiche, accuse di sessismo, falsi storici, offese alle donne e la Spigolatrice diventa virale, valanghe di autoscatti.

«E’ dai social che ho saputo che fine ha fatto il mio lavoro: mi sono sentito tradito – racconta De Paoli-. La statua della Spigolatrice di Sapri inaugurata da Conte è la falsa copia del mio bozzetto».

Secondo De Paoli, sono i movimenti anatomici a rivelare il plagio: «In entrambe le opere l’anca è in lieve torsione, le gambe sono dritte e lo svolazzo della veste è verso sinistra; i movimenti degli arti superiori sono speculari, il braccio teso verso il bisso è molto simile, l’unica differenza è che nel mio lavoro la spigolatrice tiene la cesta, la testa è girata con una torsione di novanta gradi che mette ben in evidenza il muscolo del collo sternocleidomastoideo.

«L’esito insindacabile di un concorso pubblico che mi ha scelto vincitore è diventato carta straccia, sostituito da una falsa copia messa in piazza. E’ questo – afferma con forza De Paoli – che denuncio apertamente, perché l’artista che vince un concorso pubblico va rispettato».

di Lieto Sartori

Fonti: La Provincia Pavese del 04 ottobre 2021

committenza livornese per De Paoli

Una nuova committenza “livornese” per lo scultore pavese De Paoli

Realizzerà un altorilievo in memoria del pittore avanguardista Voltolino Fontani

Una nuova committenza “livornese” per lo scultore pavese De Paoli

Una nuova prestigiosa committenza livornese è stata richiesta allo scultore pavese Antonio De Paoli. Maria Grazia Fontani, figlia dello scomparso pitto-re Voltolino Fontani di Livorno (1920.1976) ha chiesto a De Paoli, dopo aver visionato la sua opera scultorea alla sede della Guardia Costiera di Livorno, un monumento a ricordo della “poetica” del padre. Voltolino Fontani è stato un pittore avanguardista, fondatore del movimento Eaista (insieme al pittore Angelo Siria Pellegrini, al pittore e poeta Marcello Landi, al pittore Aldo Neri e al pittore e filologo Guido Favati) teso a esorcizzare la “paura atomica” degli anni ’50 e ’60 e basato su uno stile pittorico nuovo incentrato su pennellate geometriche con colori accesi decisi.

Per De Paoli, dunque, una nuova sfida, trattandosi di un intento singolare: rappresentare la pittura con la scultura.

Antonio De Paoli ha studiato nel dettaglio la pittura di Fontani e, tra le tante significative opere, ha scelto come riferimento “Apocalisse”. E’ un quadro rappresentante una figura umana con le braccia tese che ferma un’orda di scheletri. Un parallelismo interessante, considerato che il quadro è stato dipinto da Fontani in piena Guerra Fredda e viene riproposto oggi in forma scultorea nel periodo in cui altre paure (leggi l’emergenza sanitaria) stanno attanagliando e imbavagliando l’uomo co-stretto a lottare contro gli “scheletri” di questa terribile Pandemia.

Il monumento che De Paoli realizzerà sarà collocato accanto alla scuola dove Voltolino Fontani insegnava pittura. la richiesta per lo spazio e l’installazione al Comune di Livorno è già stata inoltrata. E l’artista pavese si è già messo al lavoro disegnando un bozzetto dell’opera e realizzandone un modellino in scala (in resina). L’idea è scaturita in questo 2020 poiché proprio quest’anno ricorre l’anniversario della nascita dí Fontani: la figlia e lo stesso De Paoli sottolineano, tuttavia, che non si tratta di un monumento funebre quanto di un “inno” alla sua poetica pittorica che possa sensibilizzare i livornesi e tutti coloro che lo ammireranno. Una committenza prestigiosa per Antonio De Paoli, chiamato a omaggiare un protagonista dell’arte figurativa livornese del Novecento. L’opera, una volta realizzata, sarà un altorilievo, montato su un supporto indipendente e, come detto, farà mostra di se davanti a una scuola nel centro di Livorno.

Nonostante il perdurante periodo di lockdown e di limitazioni l’arte di De Paoli va oltre ì cardini materiali torna, caso singolare, proprio a Livorno; un’altra coincidenza si lega a questa vicenda, la figlia di Voltolino Fontani ha abitato per alcuni anni a Voghera. altra città che vede spiccare in uno spazio pubblico una scultura realizzata da Antonio De Paoli ovvero la statua dedicata all’indimenticato pugile vogherese Giovanni Parisi.

di Matteo Ronzini

Fonti: Il Ticino 27 novembre 2020

apocalisse di Fontani nella scultura di Antonio De Paoli

L’Apocalisse del ’55 diventa una scultura

L’Apocalisse del ’55 diventa una scultura

Il celebre artista pavese per la seconda volta a Livorno a reinterpretare il quadro di Voltolino Fontani  – Apocalisse

Trasferta per Antonio De Paoli

Sarà la seconda opera a Livorno dell’artista pavese Antonio De Paoli. Dopo il monumento alla Guardia costiera installato nel maggio 2019 a conclusione di un lungo iter durato 5 anni, la prossima realizzazione sarà un omaggio alla pittura in generale e in particolare all’artista livornese Voltolino Fontani, del quale’ quest’anno ricorre il centenario della nascita.

«Sono stato contattato in estate dalle figlie, presidente e vicepresidente dall’associazione Archivio Voltolino Fontani – racconta l’artista pavese di fama internazionale – che mi hanno commissionato questa opera, per la quale sono ancora in corso le pratiche col Comune di Livorno per l’individuazione dello spazio dove verrà posizionata, nelle intenzioni un luogo comunque significativo della città».

Difficoltà nel creare una scultura per rappresentare la poetica figurativa di un pittore? «Mi piacciono le sfide – risponde De Paoli – ed è stato affascinante riscoprire l’opera del pittore per dare vita tridimensionale a quello che è considerato un po’ il manifesto dell’artista, esponente post-espressionista. Il quadro si intitola Apocalisse, del 1955, rappresenta una figura umana che cerca di resistere alla furia distruttiva dei cavalieri dell’Apocalisse, raffigurati tradizionalmente come scheletri. Ed è un po’ espressione dell’angoscia di quel periodo storico, per i timori di un’imminente guerra nucleare. Ho trovato un parallelismo con le attuali angosce per la pandemia.

Come sarà l’installazione? «Per ora ho realizzato un bozzetto in scala, perché le dimensioni saranno da valutare quando sarà deciso il posizionamento. Si tratta di un altorilievo, in bronzo e acciaio corten. Abbiamo optato per questa scelta perché comunque non voleva essere una statua commemorativa, ma un’opera celebrativa della poetica figurativa dell’artista».

di Stefano Zanette

Fonti: IL GIORNO del 22 novembre 2020 – edizione LODI CREMA PAVIA

Apocalisse di Fontani nella scultura di Antonio De Paoli

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