"venti mesi per la libertà" - monumento dedicato alla Resistenza
Monumenti pubblici
Rappresentare un monumento alla resistenza in una composizione non è affatto scontato.
La Resistenza è stata per l’Italia risolutiva in un momento drammatico di una guerra distruttiva e ingiusta.
Il movimento di liberazione è stato compiuto come nel Risorgimento da uomini e donne volontarie con l’unico scopo di contrastare l’oppressione dei nazifascisti.
Per questo motivo erigere un monumento che la rappresenti deve allontanarsi dalla retorica o da sintesi approssimative informali. Deve trasmettere quella energia che aiutò a capovolgere il destino di una guerra catastrofica.
L’obbiettivo della lotta partigiana fu la conquista della libertà e da questo concetto vorrei partire per sviluppare la mia proposta. Il monumento alla resistenza è l’unine di due elementi come il bronzo e l’acciaio. Quest’ultimi innescheranno un dualismo di forme differenti ma complementari come tra il figurativo e l’astratto, il positivo e il negativo.
La composizione sarà racchiusa in una forma triangolare a cuneo. Si presenta divisa da due pannelli in acciaio e un bassorilievo in bronzo. Il bronzo rappresenta una azione partigiana guidata e ispirata dal sentimento comune di conquista della libertà.
Le forme si fondono in un unica dinamica proiettata verso l’alto.
Da sinistra un pannello in acciaio corten deformato e forato volutamente e saldamente vincolato alla base in contrasto con il successivo che sembra elevarsi da terra. La matericità del primo è messa in risalto per rappresentare al meglio la cruda realtà del contesto storico che si vuole rappresentare. E’ come una quinta danneggiata che apre la scena stando in disparte ma chiudendo lo spazio compositivo. Il limite della cornice, infatti, incombe sui personaggi rappresentati nel bassorilievo tanto da sembrare rovine. La forma triangolare è il cuneo che spezza i limiti della scena fuoriuscendo per elevarsi verso l’alto.
I rilievi bronzei al centro raccontano un momento di guerriglia partigiana. Non identificano i volti o divise ma rappresentano quegli uomini che con il loro coraggio seppero affrontare, rischiando o perdendo la vita, le forze nazifasciste.
Solamente qualche oggetto bellico identifica la loro azione. Quest’ultima si fonde in linee e vettori proiettati al vertice rappresentato della figura allegorica stilizzata della Libertà. Essa emerge dalla superficie e con una mano sembra guidare il gruppo e con l’altra tiene la bandiera. Quest’ultima chiude a destra la composizione e sarà realizzata in corten per racchiudere la scultura in una forma a crisalide pronta alla metamorfosi da materia a spirito.
Il mio intento è evidenziare che questo momento storico pone le basi per la pace e democrazia ed è più attuale che mai. La guerra travolge, sfigura e soverchia tutto e tutti.
Quello che fecero i partigiani lo racconta la storia come un momento di cambiamento e trasformazione radicale. La metamorfosi tra azione bellica e sublimazione spirituale, conquista della libertà è il significato di tutta l’opera.
La figura della libertà viene riproposta nel lato posteriore dove emerge attraverso i rilievi di acciaio che partono da superfici materiche per convergere verso l’alto.
Il messaggio e il monito di questo monumento alla resistenza rivolto alle nuove generazioni è il superamento del concetto primitivo della guerra e della sopraffazione. Dalle rovine della II° guerra mondiale è germogliato il bisogno di vivere una società attraverso il rispetto morale reciproco senza pregiudizi ne politici, ne religiosi, ne di razza.
La libertà è di tutti, è stata conquistata duramente, conserviamola per sempre !